Dagli Stati Uniti a Capri, quattro personaggi e una stessa volontà di raccontare la loro arte sotto lo sguardo inedito dell’identità di genere. Edmonia Lewis, Luigi Settembrini, Truman Capote e Caroline Shaw. Così diversi eppure così vicini, uniti dal filo arcobaleno della rivendicazione.
Si ispira agli Usa la terza edizione del CapriArt*, dal 7 settembre al 27 settembre a Villa Lysis e Centro Ignazio Cerio, e anche quest’anno il festival – con la direzione artistica di Mauro Gioia – sceglie una musa da raccontare, o meglio da riscoprire, per farsi rappresentare.
Stavolta tocca a Edmonia Lewis, prima scultrice nera della storia, appartenente a un circolo esclusivo di artiste americane che tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento vissero a Roma, e crearono, sovvertendo i cliché del patriarcato.
Organizzazione e Info
Fondazione Etabetalab
347 818 6350
Villa Lysis
Via Lo Capo, 12
80076 Capri NA
Centro Ignazio Cero
Piazza Ignazio Cerio, 5,
80076 Capri NA
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Riconosciuto dal Ministero della Cultura come festival di teatro beneficiario dei Fondi Fnsv – Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo per il triennio 2022-24 e sostenuto dalla Città di Capri, CapriArt* – Arte come rivendicazione di genere è nato nel 2021 come progetto speciale intorno alla figura del giornalista inglese Henry Wreford che visse a Capri dal 1842 fino alla morte, avvenuta nel 1892, e che contribuì alle vicende politiche preunitarie italiane e alla diffusione di una cultura impegnata nel gender claim. Il festival si ispira alla vocazione dell’isola come paesaggio di libertà e alle donne e agli uomini straordinari che da questa terra, e dalla sua placida eversione, hanno tratto linfa per la loro arte: un patrimonio ancora tutto da esplorare. Con la direzione artistica di Mauro Gioia, il festival ha sede a Villa Lysis, spazio simbolo delle identità fluide dell’Ottocento creato dal barone Fersen.