CAPRI | Situata lontano dal centro abitato ed a strapiombo sul mare ecco Villa Jovis, che con certezza viene attribuita all’imperatore Tiberio. Purtroppo della fastosità e grandezza che si rileva dai disegni planimetrici è rimasto ben poco: i resti riconoscibili sono solo quelli delle cisterne. Gli altri vani sono quasi interamente distrutti, in quanto in occasione dei vari scavi, che si sono susseguiti dal 1734 al 1860, sono state asportate tutte le suppellettili, il materiale decorativo ed i marmi e fino al 1932 la villa si è trovata in uno stato di abbandono e decadimento.
Grazie agli scavi intrapresi dal 1932 al 1937 dall’archeologo Amedeo Maiuri è possibile oggi ammirare le caratteristiche architettoniche della villa e ripensare a Tiberio che nel suo appartamento privato si affacciava sullo scenario del Golfo di Napoli.
Alcuni frammenti storici riferiti alla personalità di Tiberio citano questi come una persona molto introversa e di poche parole. Pare che trascorresse intere giornate nella più profonda solitudine, rinunciando addirittura alla presenza della scorta imperiale e abbandonandosi a passeggiate solitarie lungo il belvedere della sua villa che affaccia sui due golfi di Napoli e Salerno.
In base ad alcune informazioni non ancora confermate, pare che Tiberio, anche a causa dell’età avanzata, soffrisse di crisi esistenziali e che avesse un carattere isterico che lo spingeva a comportarsi in modo del tutto anomalo. Altri storici riportano che soffrisse di tubercolosi, ragione forse del suo esilio a Capri. Per altri, l’esilio a Capri aveva ragioni politiche, come riporta Svetonio.
Nella stagione estiva si trasferiva sulla costa, tra le costruzioni oggi note come “bagni di Tiberio” o “palazzo a mare”. In questo suo quartiere marittimo, l’imperatore amava fare il bagno. Gli architetti che progettarono la sua villa per rendere il soggiorno dell’imperatore confortevole, si trovarono di fronte ad un grosso problema, ossia l’approvvigionamento idrico. L’acqua, se abbondava nei bassi rilievi dell’isola, scarseggiava nei livelli superiori. Pochi anni prima che l’imperatore lasciasse la capitale dell’impero, con un progetto del tutto ardito, fecero costruire due o più cisterne di enorme portata disposte nelle fondamenta della Villa stessa. Con la raccolta di acqua piovana nelle cisterne della villa, fu resa possibile l’erogazione di acqua pura e potabile anche nei secoli successivi fino all’attuale centro storico.
Da qui possiamo ammirare il “SALTO di TIBERIO”.
Prende il nome da una leggenda secondo la quale Tiberio faceva gettare in mare i condannati.
La vicenda è citata in un’opera dello scrittore romano Svetonio, che riporta:
«Si fa vedere in Capri il punto in cui si rivelava tutta la sua crudeltà, facendo precipitare in mare alla sua presenza, le sue vittime, dopo averle a lungo martoriate con ogni maniera di tormenti. Cadevano in mezzo ad una squadra di marinai, i quali li percuotevano barbaramente con bastoni, e con i remi, in fino a tanto fosse spento in esso ogni soffio di vita.» |
(Svetonio, Vite dei Cesari. Tiberio) Fonte Wikipedia |
- Bibliografia
Clemens Krause, Villa Iovis, Electa Napoli, 2005,
Luigi Veronese, Villa Jovis a Capri: lo scavo e il restauro negli anni del regime. In Confronti,Vol. 0, 2012.
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE
- come arrivarci: Da piazza Umberto I prendere o via Sopramonte o via le Botteghe e proseguire salendo per via la Croce, poi proseguire per via Tiberio e prendere a destra per viale A. Maiuri. Villa Iovis è sita in posizione del tutto strategica, sul monte Tiberio, promontorio occidentale dell’isola, a 334 metri sul livello del mare. Dalla sua posizione sublime si può osservare l’isola d’Ischia, Procida, il golfo di Napoli, la penisola sorrentina quindi il golfo di Salerno fino alle terre del Cilento
- indirizzo: viale A. Maiuri | CAPRI
- telefono: +39 081 837 45 47
- ingresso: a pagamento: 1 euro
- orari di apertura: dalle ore 9,00 alle ore 14,00
- chiusura: invernale